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Mafia, un brand che fa vendere (all’estero)

Mafia, un brand che fa vendere (all’estero)

Autore: Gusto landia/giovedì 10 aprile 2014/Categorie: Info e News

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La denuncia di Coldiretti: esiste nel mondo - Europa compresa - un vero mercato dell’orrore che fa affari su una delle piaghe più dolorose della nostra società
Dal caffè “Mafiozzo” ai sigari “Al Capone”, dalla pasta “Mafia” agli snack “Chilli Mafia”, dall’amaro “Il Padrino” al limoncello “Don Corleone”, dal sugo piccante rosso sangue “Wicked Cosa Nostra” alle spezie “Palermo Mafia shooting”; e, se in tutto il mondo spopolano i ristoranti e le pizzerie “Cosa Nostra” e “Mafia”, su internet è possibile acquistare il libro di ricette “The Mafia Cookbook”, o ricevere consigli di cucina da Mama Mafiosa (www.mamamafiosa.com).

È quanto ha denunciato la Coldiretti, che per la prima volta ha censito e mostrato gli esempi più scandalosi di prodotti agroalimentari venduti nel mondo, con nomi che richiamano gli episodi, i personaggi e le forme di criminalità organizzata più dolorose ed odiose, che vengono sfruttati per fare business.
I dati emersi nell’ambito della presentazione della Fondazione “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare”, promossa dalla Coldiretti con la Presidenza del Comitato Scientifico del procuratore Giancarlo Caselli, mettono in evidenza come simili prodotti non vengono commercializzati solo dall’altra parte del globo - la pasta “Mafia” a Taiwan, la salsa piccante “Wicked Cosa Nostra” in California - ma anche vicinissimo ai nostri confini, nel cuore dell’Europa. È il caso delle spezie “Palermo Mafia shooting” in Germania, delle noccioline aromatizzate al peperoncino “Chilli Mafia” che si trovano nel Regno Unito, o della “Sauce Maffia” per insaporire le patatine proveniente da Bruxelles. Per fare solo pochi esempi tra i tanti possibili.

Il termine “Mafia” è ormai, in alcuni casi, utilizzato come un vero e proprio marchio, anche nella ristorazione. È il caso della catena di ristoranti “La Mafia” diffusa in Spagna, che fa mangiare i clienti sotto i murales dei gangster più sanguinari (da Lucky Luciano ad Al Capone), mentre praticamente ovunque - dal Messico a Sharm El Sheik, dal Minnesota alla Macedonia - si trovano ristoranti e pizzerie “Cosa Nostra”, e a La Paz, in Perù, è possibile pranzare da “La Camorra Pasta Pizza & Grill”.

“La nostra ricerca ha consentito di scoprire nel mondo un vero mercato dell’orrore che fa affari su una delle piaghe più dolorose della nostra società”, ha affermato il Presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, che ha poi sottolineato che “su questi casi farà luce la neonata Fondazione Osservatorio sulla criminalità nell ’agricoltura e sul sistema agroalimentare”.

L’obiettivo, ha concluso Moncalvo, “è quello di fermare comportamenti commerciali inaccettabili che danneggiano l’immagine dell’Italia all’estero, ma soprattutto colpiscono profondamente i tanti Italiani che sono stati o sono purtroppo vittima della criminalità organizzata”.

fonte èItalia

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