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Alimentare l’umanità

Alimentare l’umanità

Autore: M.Brunasti/lunedì 19 ottobre 2015/Categorie: Territori , Piemonte, Info e News

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Il messaggio di papa Francesco ai delegati di ONU e FAO riuniti ad EXPO Milano 2015 per la celebrazione della ‘Giornata Mondiale dell’Alimentazione’ e le letture dell’Enciclica “Laudato Si” di don Bruno Bignami, Giovanna Ceccherini e Carlo Petrini.

Molti giorni, anni, persino secoli trascorrono nel tempo senza venire ricordati. Altri invece si imprimono nella storia come quelli degli eventi che contrassegnano un’epoca. Mentre non è ancora finito, già si prevede che il 2015 sarà ricordato a lungo in futuro.

Certamente non per la spettacolare Esposizione Universale al quartiere fieristico milanese… in cui è giunta la condanna di papa Francesco alla ‘cultura dello spreco’. Nel messaggio letto da monsignor Fernando Chica Arellano a delegati e massime rappresentanze di ONU e FAO e delle istituzioni politiche italiane e internazionali riunite a EXPO Milano 2015 il 16 ottobre per le celebrazioni della ‘Giornata Mondiale dell’Alimentazione’, il pontefice ha posto la questione: “È ancora possibile concepire una società in cui le risorse sono in mano a poche persone e i meno fortunati devono raccogliere le briciole?”.

Una domanda a cui, nell’Enciclica “Laudato Si’, sulla cura della casa comune” pubblicata il 18 giugno, papa Francesco aveva dato risposta in modo molto chiaro ed esplicito: no, non è ammissibile, perché l’ecologia integrale non è una scelta od opzione, bensì un imperativo categorico dell’etica e un principio metodologico per ogni pratica, e ormai per le poche e uniche alternative praticabili con cui evitare il collasso del pianeta e l’auto-distruzione.
 
Senza perdersi in dati statistici, con esposizione di fatti inconfutabili, nel documento ‘dottrinale’ papa Francesco dimostra che ogni forma di ‘cultura dello spreco’, consumismo e utilitarismo, anche se lieve o subdolamente celata, è devastante, rovina la Terra e abbrutisce tutti suoi abitanti, soprattutto i più deboli, vittime inermi della propria fame e povertà, ma anche i più forti, ricchi e potenti, inconsapevolmente o colpevolmente responsabili di sprechi, sciupii e scempi, a cui conseguono devastazioni, catastrofi, tragedie e stragi che falcidiano vite umane, distruggono la natura e mettono a repentaglio il futuro dell’umanità.

Fiduciosamente, ritiene che sia possibile salvare il pianeta e sfamare la popolazione mondiale, ma avverte allarmato l’urgenza di una improrogabile rivoluzione ‘pacifica’ e ‘gioiosa’: cambiare il modo di produrre, distribuire e consumare cibo, adottare soluzioni e improntare abitudini e stili di vita nella prospettiva metodologica della ecologia integrale, e di farlo al più presto possibile, anche repentinamente, ove necessario radicalmente.

Papa Francesco parla e scrive in modo semplice, diretto e inequivocabile: le sue dichiarazioni non si possono travisare o mistificare, mentre è di importanza fondamentale comprendere aspetti ed effetti del cambiamento epocale che le sue parole interpretano, promuovono e provocano. Perciò in molti leggono con attenzione la sua Enciclica “Laudato Si’”, per la cui analisi si stanno organizzando incontri in ogni città e paese del mondo. In particolare in Italia, dove le riunioni si svolgono non solo in seminari e parrocchie, anche in centri religiosi non cattolici e sedi di associazioni e gruppi laici tradizionalmente avversi alla Chiesa.

Come la serata del 9 ottobre organizzata dalla locale sezione di Legambiente a Trino, con relatore don Bruno Bignami, docente di Teologia morale all’Istituto Teologico dei seminari di Crema, Cremona, Lodi e Vigevano  e presidente della Fondazione Don Primo Mazzolari di Bozzolo, in provincia di Mantova. Curatore di una stampa pubblicata da EDB (Edizioni Dahoniane Bologna), nel proprio commento all’Enciclica don Bruno Bignami sottolinea: “è il primo documento sociale di papa Francesco (…) La novità è che per la prima volta la dottrina sociale della Chiesa si cimenta in una riflessione articolata sulla questione ambientale (…) farà discutere per aver sdoganato l’idea della ‘decrescita’ (…) Non si tratta di fermare il progresso, ma di aprire la via a opportunità differenti che potrebbero incanalare le energia umane in modo nuovo”.

Nell’illustrare i temi che papa Francesco ha affrontato e sviluppato con l’Enciclica, don Bignami a Trino ha evidenziato gli aspetti delle questioni testimoniando la propria esperienza diretta come figlio di contadini e mettendo in luce che le indicazioni del pontefice sono fondate e traggono ispirazione su elementi del patrimonio storico-culturale che in Italia ha fondamenti diffusi nella tradizione popolare e in tecniche e competenze diffuse nel mondo agricolo e artigianale. Facendo riferimento all’opera di bonifica e messa a coltura della vallata tra le Alpi, che ha reso fertile la distesa di campi che ha configurato la Pianura Padana, ha portato così l’esempio proprio nel territorio in cui tale processo ha avuto origine nel Medio Evo con l’insediamento dei monaci cistercensi  all’Abazia di Lucedio, una frazione di Trino, il primo in Italia.

In un incontro pubblico a Casale Monferrato sui temi del documento, il fondatore e presidente di ‘Slow Food’ Carlo Petrini ha precisato di essere rimasto molto stupito nel trovarsi tanto concorde con le osservazioni e tesi del pontefice e molto sorpreso delle sue schiette sferzate ai politici di ogni parte e fazione e della sua ‘dirompente’ esortazione che incita a una ‘pacifica e gioiosa rivoluzione’. Autore della ‘Guida alla lettura’ della Enciclica pubblicata dalla casa editrice San Paolo, Petrini sottolinea che “la novità sta innanzi tutto nel messaggio davvero universale di cui si fa portatore Francesco”, in cui alla critica del consumismo e della ‘cultura dello scarto’ si contrappongono “il richiamo a  ‘coltivare e custodire’, così come scritto nella Genesi (…) un rimando a qualcosa di antico e ancestrale” e le piccole scelte e azioni quotidiane con cui si possono determinare cambiamenti anche molto grandi, ed epocali: “cosa mangiamo orienta cosa coltiviamo, e come coltiviamo, di cosa siamo custodi e come lo custodiamo (…) c’è una frase attribuita a San Francesco che mi sembra perfetta per ogni ragionamento attorno questo scritto del Santo Padre: «Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile»”.

Gli interventi qui segnalati di don Bignami e di Carlo Petrini assumono particolare significatività considerando che hanno portato l’appello per la ‘cura della casa comune’ e messaggio umanitario di papa Francesco in luoghi dove le comunità subiscono il dramma degli effetti letali provocati dalle emissioni di radioattività dalla centrale nucleare di Trino e lo spargimento di polveri di amianto dallo stabilimento Eternit di Casale Monferrato. Collettività che sono anche eredi di patrimoni ambientali di enorme valore, il Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino, gestito con metodi socio-eco sostenibili dal 1275 e ora un’area sotto tutela FSC, e alcune zone del sito seriale UNESCO Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, perciò abitanti di territori e amministratori locali a cui il pontefice si rivolge direttamente con le proprie riflessioni sulla ‘cura e custodia’ della Terra e con le proprie indicazioni sull’urgente necessità di adottare sistemi e stili di vita improntati alla ecologia integrale.

Le preoccupazioni di papa Francesco sono la fame, la povertà e l’ingiusta sperequazione della distribuzione di cibo e risorse, inoltre le problematiche collegate alla malnutrizione e agli aspetti culturali dell’alimentazione, tra cui la sottile e fragile, ma indissolubile, relazione tra le dimensioni materiale e spirituale del nutrimento. In più parti della Enciclica, specifica quanti e quali danni siano stati provocati dalla frattura, spesso insanabile e degenerativa, tra natura e cultura, ovvero dalla perdita di rapporti fisici, anche affettivi, tramite i quali per millenni le generazioni si sono tramandate conoscenze che stanno andando perdute, e della cui utilità ci si rende conto soltanto avvertendone ora la mancanza, e il bisogno.

Riflessioni che coinvolgono direttamente le donne, particolarmente sensibili su questi argomenti: l’allattamento dei figli, la conduzione della cucina domestica, la coltivazione di campi e orti familiari e la gestione del budget , attribuiscono loro mansioni plurime e ruoli poliedrici. Tra cui anche quello di tramandare conoscenze pratiche, come riconosciuto alle loro figure nella prima azione del programma di interventi per il raggiungimento del 17 ‘Global Goals - obiettivi per lo sviluppo sostenibile’ che al summit di settembre a New York, cui il pontefice ha partecipato di persona, sono stati fissati dall’ONU per l’Agenda 2016-30 e nella definizione di elemento di patrimonio culturale intangibile dell’umanità data da UNESCO alla Dieta Mediterranea, oggi a rischia di andare dimenticata nonostante tra gli anni ’50 e ’70 del XX secolo il nutrizionista americano Ancel Keys abbia scientificamente dimostrato quanto sia salutare e ‘benefica’.

Giovanna Ceccherini, Ambasciatrice della Dieta Mediterranea Italiana di Riferimento a Nicotera, osserva: “In ogni pagina dell’Enciclica papa Francesco parla delle vita e delle sostanze essenziali per vivere, energie, risorse e nutrimenti, perciò soprattutto cibo, e tutto ciò che ne consegue deriva, in particolare il rapporto con la Terra e le relazioni sociali… La Dieta Mediterranea è uno ‘stile di vita’ in armonia con la Natura, la cui pratica insegna ad accettare i nostri limiti e a vivere disponendo di ciò che offre la terra nei suoi modi e tempi. Non è una ‘regola’, bensì un’abitudine a mangiare sano ed equilibrato, senza scartare nulla, con moderazione e rispetto, cura di se stessi e attenzione nei confronti delle altre persone e di ogni essere vivente, di tutto il mondo, animale e vegetale. La sua conduzione infatti ha permesso a intere generazioni di lasciare molte eredità ai posteri, ovvero di alimentare la nostra ‘natura umana’, e umanità”.

Papa Francesco I - Lettera Enciclica “Laudato Si’, sulla cura della casa comune” link

Don Bruno Bignami - conferenza sull’Enciclica “Laudato si’”, 9 ottobre 2015 a Trino
video on-line su Youtube

celebrazioni della GIORNATA MONDIALE DELL’ALIMENTAZIONE, 16 ottobre 2015 :

Il sito della delegazione ONU a EXPO riferisce che papa Francesco «ha affermato che la fame è dovuta sia "ad un'iniqua distribuzione dei frutti della terra" che ad uno sviluppo agricolo insufficiente, elementi che rendono il mandato della FAO più urgente che mai» e «ha avvertito come nobili ideali da soli non sono sufficienti poiché una distribuzione iniqua genera violenza in una forma o nell'altra». link


Il sito ufficiale di EXPO sottolinea che « Papa Francesco con grande forza restituisce dignità ai poveri: "Sono persone, non numeri” (…) sul tema della ‘Giornata Mondiale dell’Alimentazione’ ricorda che due terzi della popolazione mondiale non ha protezione sociale, "la maggioranza di queste persone vivono nelle zone più disagiate, dove i poveri sono dimenticati. Le loro condizioni ci dimostrano che non possiamo accontentarci di un richiamo generale alla cooperazione." E pone una domanda fondamentale: "E' ancora possibile concepire una società in cui le risorse sono in mano a poche persone e i meno fortunati devono raccogliere le briciole? La risposta si trova nella pace sociale, nella stabilità e nella sicurezza di un certo ordine che dipende da una politica distributiva equa". E conclude con una preghiera rivolta alla FAO, quella di continuare a "farsi carico dei diritti degli affamati e accogliere la loro aspirazione (…) dobbiamo recuperare l'ispirazione che ha portato alla nascita di questa organizzazione per liberare l'umanità dalla fame"» .link


Il Corriere della Sera riporta che dopo l’intervento del Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon, che aveva incontrato il pontefice al summit di New York nel settembre scorso e a Milano ha dichiarato «Le nostre risorse sono un valore e noi le sprechiamo, bisogna vergognarsi. Io chiedo ai leader come spiegano il fatto di avere tanti soldi per distruggere la gente, e uccidere invece di proteggere. Perché non investono in cibo e agricoltura?», papa Francesco si è espresso sottolineando: «Non accontentiamoci delle buone intenzioni. La ‘Giornata Mondiale dell’Alimentazione’ pone in primo piano tanti nostri fratelli che, nonostante gli sforzi compiuti, soffrono la fame e la malnutrizione anzitutto per l’iniqua distribuzione dei frutti della terra, ma anche a causa di un mancato sviluppo agricolo. Rimane molto da fare. Siamo testimoni, spesso muti e paralizzati, di situazioni che non è possibile legare esclusivamente a fenomeni economici, poiché sempre di più la disuguaglianza è l’effetto di quella cultura che scarta ed esclude tanti nostri fratelli e sorelle dalla vita sociale, non considera le loro capacità e arriva a ritenere superfluo il loro apporto alla vita della famiglia umana». link

 

a cura di Maddalena L. M. Brunasti
 

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