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Storie piccanti raccontate in cucina a Djerba

Storie piccanti raccontate in cucina a Djerba

Autore: Harry/giovedì 9 giugno 2016/Categorie: Info e News, Valorizzazione dei patrimoni eno-gastronomici

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"Il luogo delle delizie esiste: è in Tunisia" non sappiamo se questa frase sia di Winston Churchill, che fu fra i primi ad amare il Paese, certo che le “delizie” della Tunisia cominciano con la sua cucina,  dove si può assaporare una cucina semplice ma speziata costituita in prevalenza da pesce appena pescato nel mare lontano dall’inquinamento.

Il miglior pesce si può trovare nell’isola di Djerba nel suo pescoso mare cristallino. Una brace sulla lunga spiaggia bianca per arrostire tranci di tonno o freschissime orate è il miglior e più genuino cibo che si possa mai gustare.  Prima di portare i piatti principali, vengono offerte tante golosità come antipasto e naturalmente il famoso brik (un foglio di pasta sottilissima che contiene un ripieno di carne secca, pepe e zafferano che viene completato con un uovo crudo, che ha come variante il ripieno di tonno e uova).

Tutti “spuntini” che di per sé valgono un pranzo. Poi si potrà scegliere uno dei tanti tipi di cous cous e altri piatti quasi dimenticati come la trippa di agnello in agrodolce con frutta secca, cosparso di zucchero a velo che precede gli squisiti dolci al cucchiaio come il tarayam ai pistacchi con crema e meringa, il ghzil el bret (una crema di ceci e miele) e dolci cremosi a base di pistacchio o di datteri.

Imperdibile è poi il the alla menta o con pinoli tostati, servito negli spazi adibiti alla pausa per il the nei ristoranti o nei splendidi alberghi di Djerba e che va bevuto sdraiati su comodi cuscini, magari fumando il narghilè, visto che nel Paese non esiste (ancora) una legge che vieta di fumare nei locali pubblici. Il turismo da potenziare verso l’isola a sud della Tunisia dunque non è solo quello balneare, ma va dal culturale, al benessere alla talassoterapia, allo sport golfistico, al Grande Sud con le oasi del deserto del Sahara ed al turismo archeologico per non dimenticare quello enogastronomico.

Le prime piantagioni di viti risalgono al periodo punico. I Cartaginesi fecero prosperare questo patrimonio e furono i primi a fare degli studi scientifici sulla viticultura e l’enologia come lo si può rilevare ne “le Traité d'agronomie et de viticulture” scritto da Magon nell’ VIII secolo a.C. Per portare avanti il progetto di qualità dei loro vini, i vignaioli di Cartagine hanno realizzato un programma di sviluppo e di adeguamento delle loro strutture al fine di ottenere la certificazione ISO 9001:2000.

La Tunisia, che da cinquanta anni investe nel settore turistico, punta molto sulla diversificazione delle strutture alberghiere come ad esempio gli agriturismi e gli hotel du charme, dove si possono trovare i migliori vini  come ad esempio il “Magnifique”, un intenso vino rosso, bianco o rosé, venduto nei negozi dell’aeroporto che purtroppo accettano solo euro.  

 Molti sono gli hotel di lusso a cinque stelle a pochi passi dal mare immersi in una lussureggiante vegetazione. Un po’ di peperoncino, che figura ai primi posti tra gli ingredienti preferiti sulla costa mediterraneo-nordafricana, non mancherà mai o meglio ancora la popolarissima salsa di peperoncino e spezie, nota con il nome di “harissa”. Sarebbe auspicabile proporre un gemellaggio peperoncino-harissa, dando la possibilità agli esperti di confrontare la millenaria cucina piccante tunisina con i nostri altrettanto piccanti piatti della tradizione calabra, sarebbe un bel modo per conoscerci meglio e scoprire…guarda un po’ che siamo tanto, ma tanto simili.

 Harry di Prisco
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