Con la nomina di Maurizio Cortese a direttore del Consorzio per la tutela e lo sviluppo della pasta di Gragnano nuovo impulso ad un settore che esporta in tutto il mondo, un prodotto principe della tavola. In un recente sondaggio tra personaggi vip, artisti e intellettuali, Penelope Cruz, tre volte candidata ai premi Oscar, non ha avuto dubbi a dichiarare che lei gli spaghetti made in Italy li mangerebbe a pranzo e cena.
Cosa sarebbe la tavola senza uno dei 100 formati di pasta trafilata al bronzo, ruvida, prima Igp in Europa, come i rigatoni al ragù, spaghetti alle vongole, inclusi anche nei menù dei ristoranti stranieri più esclusivi?
Nei programmi del neo direttore sono l’apertura di una Maccheroneria sociale; il recupero dei vecchi mulini ad acqua e il riuso della stazione, nata con la prima ferrovia d’Europa, Napoli-Portici e proseguita fino a Gragnano nel 1885 a binario unico e trazione a vapore per velocizzare l’importazione della semola e la spedizione della pasta.
Durante la conferenza stampa nei saloni dell’hotel La Medusa, sulla passeggiata archeologica al confine fra Gragnano e Castellammare di Stabia, una romantica villa di fine secolo con una spettacolare vista sul golfo di Napoli, Giuseppe Di Martino presidente del Consorzio, Alfonso Iaccarino tre stelle Michelin proprietario del ristorante Don Alfonso 1890 di Sant’Agata sui due golfi, testimonial del Consorzio “per essere stato il primo e più grande ambasciatore della pasta di Gragnano, per averla fatta conoscere al mondo attraverso la sua cucina”, rappresentanti di una decina di associazioni ambientaliste, dal Fai ad Eco ambiente e dal centro Cultura e storia di Gragnano e Monti Lattari, coordinata dal giornalista Alfonso di Leva, direttore dell’Agenzia Ansa, il neo direttore Cortese ha illustrato l’ambizioso progetto inclusivo di una ventina di produttori e di rendere la cittadina vesuviana, capitale della pasta, attrattore culturale turistico-enogastronomico.
Maurizio Cortese è un apprezzato gourmet e animatore della scena comunicativa nazionale, ha detto Di Martino. Gode la stima e la fiducia di moltissimi cuochi e giornalisti del mondo della gastronomia e sono sicuro di lavorare alacremente in sinergia.
Le linee guide del Consorzio sono la riqualificazione del centro cittadino con il recupero e riuso della stazione ferroviaria dismessa da anni, su progetto della facoltà di architettura di Salerno, tanto cara alla principessa Mafalda alla quale è stato dedicato un formato di pasta le “mafaldine”. All’interno della stazioncina, la Maccaroneria sociale, con la partecipazione a turno di una cinquantina di chef stellati, italiani e stranieri, già contattati; all’esterno un mercato ortofrutticolo di prossimità per la valorizzazione e sviluppo prodotti locali, coltivati e venduti dopo le venti di sera; la firma di un protocollo d’intesa con le associazioni del territorio per la valorizzazione del territorio di Gragnano e Monti Lattari.
Il Centro di cultura, diretto da Giuseppe Di Massa, è impegnato a sua volta al recupero della Valle dei Mulini, l’antica mulattiera, lastricata in cubetti di pietra lavica, che conduceva ad Amalfi sin dal medioevo. Lungo il torrente Vernotico erano attivi fino al secolo scorso 25 mulini ad acqua per la macina del grano. Di questi almeno una quindicina immersi in una lussureggiante vegetazione sono recuperabili e almeno per uno prossimamente, sarà consentito l’accesso con visite guidate.
La Valle – ha dichiarato Di Massa - meriterebbe la trasformazione in un ecomuseo, in un percorso in altre parole di archeologia industriale all’aperto, sui luoghi della passata attività industriale. Sulla superstrada per Sorrento, si può godere di un ambiente paesaggistico naturale, incontaminato e ricco di reperti e ricordi. Allo studio anche un adeguato museo della pasta e del territorio.
M.Carillo
La storia della pasta di Gragnano
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