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Con la cucina di Ruggiero... e sai cosa mangi

Con la cucina di Ruggiero... e sai cosa mangi

Autore: Vera De Luca/giovedì 27 dicembre 2012/Categorie: Campania, Info e News

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“Ruggiero Polèus l’accademico tavernaro”: questo è il titolo del volume, giunto alla terza edizione per i tipi Valtrend editore, di Mario Brancaccio. Il libro, che rappresenta una vera e propria delizia per gli amanti della lingua e della cucina napoletana, sarà presentato il 16 gennaio prossimo nella splendida cornice di Villa di Livia, che sorge ai margini occidentali della città di Pozzuoli. In seguito a numerosi interventi di ristrutturazione e di restauro, tra l’età augustea e l’alto medioevo, la sistemazione della villa ha raggiunto la fisionomia attuale. 

Come tutte le residenze antiche che sfruttano una posizione panoramica privilegiata, si articola in terrazze degradanti verso il mare, edificate su basamenti artificiali, con saloni pensili e porticati, mentre il corpo centrale insiste direttamente sulla sommità del costone della Starza. Attraverso le fauces si giunge direttamente nell’atrium della Villa di Livia, non molto ampio, che costituisce il volume centrale dell’abitazione attorno a cui si dispongono altri ambienti.

Non poteva essere che questa la cornice giusta per festeggiare Ruggiero Peluso, ispiratore del libro di Brancaccio, per i suoi cinquantacinque anni ben portati con l’allegria e la sagacia che lo contraddistingue. L’idea di creare questo libro, scrive nelle note l’editore Valtrend, è nata per promuovere in modo diverso un ristorante di Lucrino: “La cucina di Ruggiero”, di Ruggiero Peluso e Maria Splendore, che hanno inventato una formula ristorativa originale e accattivante oltre ogni dire. Qui si mangia bene e si beve meglio per la  felicità dei buongustai che assaporano le pietanze tra frizzi e lazzi del padrone di casa.  Il menù  varia ogni quindici giorni e la particolarità sta anche nel fatto che non devi ordinare, tutto arriva al tavolo perché «ce sta a pensà… a mugliera ‘e Ruggiero». All’accoglienza ci pensa l’oste burlone che con il suo megafono chiama per nome gli ospiti e «t’assiste a tavola comm’a nu testimone». Non c’è scampo alle parole del padrone di casa «perché - come dice lui stesso - se siete una coppia clandestina non venite alla cucina di Ruggiero». Intanto, come recita il piacevole pamphlet che fa bella mostra di sé sui tavoli, “Attenzione, Prenotazione Obbligatoria”, il resto sta nelle mani della coppia più assortita del mondo.

 Intanto ritorniamo al libro che abbiamo avuto in anteprima nelle nostre mani proprio approdando nell’accogliente ristorante (ndr. non dimentichiamo che il lago di Lucrino è ad un passo dal lago d’Averno, laddove Caronte traghettava le anime).

La pubblicazione è frutto del lavoro di un esperto di napoletanità quale è Mario Brancaccio che ha cucito un libro su misura per “La Cucina di Ruggiero”, che nelle esperte mani di Ruggiero Peluso e della moglie Maria, porta avanti con successo la rielaborazione di ricette della nonna condite con le parole del “buon oste giocherellone” di oggi. E pensare che questi ricordi culinari dell’avo di Ruggiero, legati al territorio flegreo, risalgono al 1632 a poco più di un anno da una grande eruzione del Vesuvio. Dai racconti emerge tutto il senso della paura e del vivere-quotidiano-in-pericolo, dove però non manca la fame.

Ma le novità non finiscono qui altri libri stanno conquistando il nostro anfitrione che, munito oltre che del megafono anche di un campanello, distogliendoci dalle prelibatezze ammannite, ci regala altre chicche di saggezza culinaria che vengono dal passato. Si tratta dell’archeocucina a cui Ruggiero vuole dedicare una serata al mese. Le ricette gli arrivano direttamente da 3.500 anni fa con il volume di Alfredo Carannante dal titolo: “A tavola tra mari e vulcani - La gastronomia flegrea tra bioarchoelogia, storia ed ecologia” che raccolgono 126 ricette che vanno dall’età del bronzo ai giorni nostri.  Ma questa è un’altra storia che ci riserviamo di raccontare in una prossima occasione.

Vera De Luca

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