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Caupona:  l’atmosfera degli antichi pompeiani a tavola

Caupona: l’atmosfera degli antichi pompeiani a tavola

Autore: M.Carillo/giovedì 21 aprile 2016/Categorie: Territori , Campania

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Rivivere l’atmosfera degli antichi pompeiani a tavola a pochi passi dagli scavi archeologici, in un ambiente fedelmente ricostruito con affreschi di rosso pompeiano ai muri, boccali, anfore, piatti in terracotta, personale di sala in abiti d’epoca in una ricostruita Caupona (osteria) in Via Masseria Curato, un viale sulla strada provinciale, gestita da due solerti giovani, l’artista Nello Petrucci, che ha curato le scenografie e Francesco Di Martino, esperto di cucina.
      Il menù con le caratteristiche di una locanda della Pompei romana, è stato ricavato da una raccolta di ricette di Apicio, il De re coquinaria (L’arte culinaria) rivisitato dallo chef Roberto Lepre coadiuvato in cucina da Vincenzo Russo.

      I dipinti murali del primo ristorante archeo-esperenziale, sono stati eseguiti a mano, in oltre un anno di lavoro, dall’artista e cultore di pittura antica Rosario Lamberti con l’aiuto di Rosario Esposito. Il logo del ristorante, sulla “O” di Caupona, un beccafico, uccello canterino di lunga vita, amato dai commensali dell’epoca.

     All’ingresso, un impettito antico romano accoglie i viandanti, il giardino riproduce quello di una domus di Via dell’Abbondanza; sulle pareti dell’edificio, ad un solo livello, ricavato ristrutturando un casale rurale, una fontana, una pianta di salvia, cipressi, rosmarino, limoni, un forno per le focacce, il prezzario in assi e sesterzi, graffiti e scritte elettorali in voga nel periodo repubblicano e imperiale. L’interno, riprende il Termopolio di Asellina, dove si vendevano bevande calde e fredde, cibi cotti e disponibilità di stanze per incontri amorosi; la sala degli ospiti, la bellissima Domus di Marco Lucrezio Frontone con i tavoli apparecchiati.

      In cucina, olio, farina, vino, succo di limone oggi come allora. Sulla tavola le uova di quaglia all’oxigarum moretum, gli spaghetti al garum (colatura di alici), salsa di pesce ottenuta dalla fermentazione sotto sale delle parti di scarto del pesce azzurro, usato anche per ustioni, ulcere, morsi di cani, lo scriblita (primogeniture delle zeppole di san Giuseppe); libum, una focaccia a base di formaggio, descritta da Catone nel De Agricoltura.

     Lo chef, assicura di non trascurare la cucina tradizionale con sfumature di antichità. Il vino della casa, Falerno, maggiormente diffuso nella Pompei Romana.

      Nella presentazione alla stampa coordinata da Marco Pirollo, Nello Petrucci ha spiegato di aver voluto “Ricreare quella stessa atmosfera di antico nella città moderna, come se fosse una “estensione” della Pompei di duemila anni fa, con un ambiente capace di catturare l’anima di questo luogo meraviglioso. Attraverso “Caupona” e l’esperienza immersiva intendiamo offrire, restituire a Pompei ciò che le appartiene: momenti di cultura e di approfondimento, conoscenza di usi e costumi, gusti e sapori del territorio”.

M.Carillo
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Tags: Campania
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