Giovannino Guareschi nasce all’inizio del secolo scorso a Fontanelle di Roccabianca, nel cuore della “Bassa” parmense. L’amore per la Bassa traspare in ogni suo racconto, è lei la vera protagonista che ha sempre dato gli stimoli giusti alla penna di Giovannino lungo il corso della sua vita.
Quel fascino antico e discreto che chiunque abbia vissuto in queste terre riconosce e conosce ed è reso immortale dai suoi indimenticabili protagonisti del “Mondo piccolo” : don Camillo e Peppone.
Terre di nebbie, la Bassa, ma terra viva come poche e se ritorniamo con la mente ad immagini dei film, riconosciamo i tavoli delle nostre case e delle osterie di un tempo, tavoli imbanditi di piatti fumanti e di bottiglie di sano vino. Intorno alla tavola non solo si raccontano saporose pietanze, ma si rivivono tradizioni e personaggi e tutte le fatiche della vita contadina.
Anche la cucina è un percorso che porta al mondo di Guareschi, una cucina semplice e gustosa e divertente, una cucina che ci riporta a come eravamo e come forse vorremo essere ancora.
Tra i vari piatti citati dal Guareschi nelle sue opere , uno in particolare viene spesso riproposto; un piatto diffuso in molte zona non solo emiliane: il pollo alla cacciatora. Questa pietanza, originaria della Toscana, è molto conosciuta anche nella Bassa poiche’ quasi tutti avevano un piccolo pollaio per assicurarsi qualche uovo ogni giorno e nei giorni di festa un bel pollo alla cacciatora in tavola.
Pollo alla cacciatora
Per 6 persone: un pollo, pomodori, brodo di carne, olio extra vergine, burro, prezzemolo, aglio, sale e pepe.
In una padella far soffriggere l’olio extravergine d’oliva e il burro con sale e pepe, aggiungere i pomodori pelaati e tagliati a pezzetti, un trito di prezzemolo e poco aglio. Adagiarvi il pollo, pulito e lavato, intero e moderare il fuoco. Una volta cotto si taglia a pezzi e si serve irrorato con il suo brodo accompagnandolo con patate al forno.
Spunti da
” A tavola con Peppone e Don Camillo” . Battei Ed.