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 A Soave protagonista è la qualità

A Soave protagonista è la qualità

Autore: Gusto landia/giovedì 18 aprile 2013/Categorie: Territori , Veneto, Valorizzazione dei patrimoni eno-gastronomici

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5.0

Questo territorio, Soave a 20 km da Verona,  era già in epoca romana un pagus , cioè un distretto campagnolo vitivinicolo, dalle cui uve si ottenevano anche i peculiari vini “acinatici” citati dall'imperatore Teodorico.  Vini “soavissimi e corposi”, apprezzati da Dante fino a Gabriele D'Annunzio.

Il nome pare derivi dalla borgata nella quale si erano insediati gli Svevi, invasori venuti dalla Germania con Alboino. L’area di produzione è compresa nella parte centro-occidentale della regione dei Monti Lessini prossima alla Pianura Padana, uno dei comprensori viticoli italiani a più alta densità di coltivazione della vite grazie anche ai fertili suoli di origine vulcanica e al clima mite e temperato. Qui da secoli la pergola veronese, che garantisce una protezione ottimale dai raggi solari e dalla grandine, ideale per l’allevamento della Garganega,  caratterizza fortemente non solo il paesaggio ma anche la qualità dei vini e le costanze di produzione.

Colore giallo paglierino tendente a volte al verdognolo (Soave, anche Classico e Colli Scaligeri) o al verdognolo brillante (Soave Spumante). Odore caratteristico con profumo intenso e delicato. Sapore asciutto, di medio corpo e armonico, leggermente amarognolo. Titolo alcol. minimo: 10,5% (Soave), 11% (Soave Classico, Colli Scaligeri e Spumante). Abbinamenti:  da aperitivo (il tipo Spumante) e con antipasti, risi e bisi, risotti, ricette della cucina marinara, trota salmonata, carni bianche con salse delicate, piatti a base di verdure o uova.
Tipologie: Soave, Soave Spumante, Soave Classico, Soave Colli Scaligeri.
Vitigni: Garganega 70-100%, Trebbiano di Soave (Nostrano) e Chardonnay 0-30% (di cui altri  vitigni a bacca bianca fino ad un massimo del 5%).
Disciplinare:     approvato DOC con Dpr 21.08.68 (G.U. 269 -22.10.68), poi il tipo Soave Superiore approvato DOCG con Dm 29.10.01 (G.U. 265 - 14.11.01) e il tipo Recioto di Soave approvato DOCG con Dm 07.05.98 (G.U. 110 - 14.05.98)


Molte le produzioni a denominazione d'origine, il Formaggio Monte Veronese, il Riso Vialone Nano, l'Olio e le Ciliegie delle colline Veronesi, il Radicchio Veronese, il Marrone di San Mauro, sono altri importanti protagonisti di questo territorio valorizzati dalla Strada del Vino Soave.

 
MONTE VERONESE DOP

Prodotto nel territorio della Comunità Montana della Lessinia, un'area prealpina a nord di Verona caratterizzata dalla presenza di diversi microclimi nel volgere di brevi distanze, il Monte Veronese vanta una lunga storia, risalente addirittura al Medioevo quando questo formaggio, denominato "caseus macaegus" (formaggio prodotto a maggio) o "caseus ad oculos" (formaggio coi buchi), costituiva una preziosa merce di scambio in sostituzione della moneta. il Presidio Slow Food tutela il Monte Veronese di Malga, cioè le forme ottenute da latte di animali alimentati con erba fresca o fieno dei pascoli lessini, a forte rischio di estinzione anche perché del centinaio di malghe (alcune delle quali risalenti addirittura ai Cimbri) presenti fino a qualche decennio fa, ne erano rimaste solo due con laboratorio di caseificazione in proprio.
Formaggio a pasta semicotta ricavato esclusivamente da latte crudo di vacche di razza pezzata nera. Ne esistono due tipi: a "latte intero" (stagionatura di 25/40 giorni) e "d'allevo" con latte parzialmente scremato (stagionatura minima di 3-6 mesi  fino a 2 anni). Le grosse forme (7/8kg) hanno crosta dura e secca nel tipo magro, morbida e sottile nel tipo grasso. La pasta è di colore bianco o leggermente paglierino con occhiatura minuta ed uniformemente diffusa. Il sapore è sempre pieno e durevole: delicato e gradevole nel tipo giovane diventa fragrante e leggermente piccante in quello stagionato. Le forme d’allevo sono ottime da grattugiare per condire la polenta o gli gnocchi sbatui, quelle più stagionate da accompagnare con le pere e le più grasse per arricchire un antipasto di soppressa e altri salumi rustici.
 Disciplinare:     Reg. CE n. 1107 del 12.06.96 (GUCE L 148 del 21.06.96)
    
PAPARELLE IN BRODO COI FIGADIN
Minestra della tradizione veronese, le cui origini risalgono probabilmente al fatto nelle case di campagna si trovavano sempre animali da cortile con i quali fare arrosti, lessi e brodi e dato che le uova erano sempre a disposizione la pasta fresca era frequente. Nelle feste di famiglia non possono mai mancare, soprattutto a Pasqua e a Natale quando al posto delle classiche espressioni di felicitazione ci si augura “le buone paparelle”.
Descrizione:     Ingredienti (per 4 persone): 200 gr di farina, 2 uova intere, 200 gr di fegatini di pollo o anatra, 1 cipollina, 2 foglie di salvia, 1 foglia di alloro, brodo di carni miste (manzo, gallina, vitello), monte veronese stagionato, burro, sale e pepe bianco.
Preparazione: Lavorate farina e uova (unendo acqua se necessario) fino ad avere un impasto consistente, tirate una sfoglia e arrotolatela su sé stessa. Con un coltello affilatissimo, “affettatela” il più sottile possibile ottenendo dei capelli d’angelo e lasciateli asciugare distesi. Intanto fate un soffritto con la cipolla tritata, la salvia, l’alloro e il burro. Unite i fegatini a pezzetti piccoli e fateli insaporire. Salate e pepate, poi versateli in abbondante brodo bollente sul fuoco. Dopo un paio di minuti aggiustate di sale ed immergete le paparele, che cuoceranno in minuto o poco più. Servitele ben calde con una spolverata di formaggio grattugiato.

fonte Doc&DOP 50 anni di qualità Ed.Civin
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