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ROJI japan fusion

ROJI japan fusion

A Nola inizia il viaggio in Giappone passando per la cucina partenopea

Autore: Harry/martedì 14 giugno 2016/Categorie: Eventi, Campania

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Avete mai assaggiato le linguine all’alga nori unite a baccalà mantecato al latte di bufala affumicato campano, ai  fagioli neri e insalata portulaca?

Di certo si è assaliti dalla curiosità della domanda.

Tutto ottimo il connubio avvenuto il 13 giugno al Roij, ristorante di Nola alle ore 21 nel corso dell’incontro con la stampa in una cornice di profumi e odorini deliziosi che si diffondevano nella ospitale location. La serata di gala è stata offerta per le celebrare le nozze della cucina mediterranea con la cucina giapponese, il mistero e poi il conseguente successo è ora svelato.

Da qualche mese nel nolano tutti stavano imparando il giapponese. La città dei gigli doveva, si pensava, accogliere i nipponici con tutti i crismi della migliore ospitalità. Veniamo ora al retroscena. In anteprima il ristorante giapponese Roij japan fusion nato per volontà di quattro brillanti imprenditori della zona, Giovanni Napolitano, Giuseppe Tufano, Erasmo De Risi e Gina Audia era stato visitato, a poche ore dal’apertura ufficiale, dall’avvocato gourmet che aveva apprezzato l’alta qualità delle materie prime campane sapientemente trasformate in questa location eccellente in bocconcini accattivanti. Piacevolissimi !

Il Roij, dunque, ha vinto la scommessa. Si presenta quale metafora di saggezza orientale che affonda le sue radici nella tradizione, nella cultura, nell’arte nipponica, che nella realtà nolana va oltre cimentandosi nella scoperta di nuovi profumi e sensazioni di casa nostra, a tutt’oggi del pari famose nel mondo.

E allora tutti al Roij, statale 7 bis, 184 Nola, in posizione strategica, vicino all’uscita dell’autostrada, ad assaggiare e assaporare le leccornie dei due grandi Paesi che si sono sposati davvero meritando la denominazione “nozze del secolo”. E’ permesso a tutti i palati del mondo scoprire la bontà dei frutti. E’ da tener presente che la  tradizione gastronomica giapponese sposa: Olio extravergine di oliva, fragole locali, baccalà, peperoni tondi sottaceto, friarielli, provolone del monaco, gamberi siciliani, fiori commestibili.

Una interpretazione di gran classe che ha sbaragliato i “prevenuti”,  pervenuti alla cena con idee poco chiare sulla cucina di quel lontano Paese, fatta  da metodi di cottura diversi da i nostri, prodotti vegetali di alta qualità, decorazioni floreali da assaporare oltre che da vedere e che aggiungono fascino alle composizioni dei piatti.

A capo della brigata, Alexander Pokinok, chef al Tender di Jap One, rappresentante della ristorazione giapponese in Campania, primo chef di Himiko a Torre del Greco; sensibile alle evidenti contaminazioni. Con Pokinok si sono cimentati esperti collaboratori provenienti dalla Thailandia, Indonesia e Italia.

Consulente lo chef Francesco Franzese, chef della brigata del Le monde di San Vitaliano ed executive de Il Fico D’india della catena Delphina in Sardegna. Spicca la sua formazione all’Olivo del Capri Palace, all’Atelier del grande Joel Robuchon (chef con il maggior numero di stelle), al fiorentino  Four Season.
Da non dimenticare che la nascita del Roij si afferma come alternativa contaminata di alta qualità, nei confronti della  cucina giapponese, giacché  forti influenze gastronomiche campane e meridionali italiane caratterizzano le pietanze comunque di chiara ed inequivocabile matrice nipponica.

 

Harry di Prisco

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