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La vinoterapia abita nella terra casertana

La vinoterapia abita nella terra casertana

Autore: Vera De Luca/martedì 12 marzo 2013/Categorie: Campania, Info e News

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 Ad Alvignano in provincia di Caserta, tutto è possibile e molto altro ancora al Casolare diVino, una country house immersa in tre ettari di vigneto sempre a pallagrello rosso. Ad accogliere gli ospiti sono cinque stanze che portano il suggestivo nome che identifica i vitigni della zona (aglianico, falanghina, fiano, greco di tufo e pallagrello) e naturalmente il padrone di casa Raffaele Tralice e la chef executive, Maria Mone, nativa di Piana di Monte Verna, che al Festival di Sanremo di qualche anno fa, nell’ambito di Casa Sanremo, presentò un piatto del proprio territorio: i Pizzoccheri casertani (scialatielli salsiccia, friarielli, mozzarella di bufala).

Casa Sanremo aprì in quell’occasione una vetrina di sapori ed arte, con prodotti tipici, pellicole e libri per raccontare il territorio italiano che continua ad essere protagonista indiscusso, in termini turistici, a livello internazionale. Tra le Regioni presenti: la Basilicata, la Calabria, la Campania, la Liguria, il Piemonte e la Sicilia. L’accoglienza fu garantita dal maestro chef Ludovico D’Urso, docente dell’Ipssar Cavalcanti di Napoli, anche presidente dell’Associazione Provinciale Cuochi di Napoli.

In quanto al Casolare diVino è nato dalla passione per il vino dei titolari: Raffaele e Bonaventura Tralice che hanno creato questa oasi felice e rilassante beneficiando di due chilometri di vigneti dove si produce il Pallagrello. Non c’è che l’imbarazzo della scelta tra un gustoso pranzo innaffiato da ottimo vino e un  weekend di coppia dove i fortunati ospiti potranno beneficiare dei trattamenti di vinoterapia: dagli impacchi con il mosto secco alle immersioni nelle tinozze in legno (4 litri per ogni vasca) ai massaggi. La cucina dello chef è poi tutta-un-programma, semplice ed elegante, con un menù degustazione che cambia ogni settimana grazie ai prodotti del territorio.

Per quanto riguarda la struttura di Alvignano è interessante sapere che è il primo centro di vinoterapia del Sud Italia che rispetta in pieno il disciplinare dei trattamenti registrato in Francia, proponendo cure a base di vinoterapia che spaziano da un bagno nel vino rosso caldo dalle virtù drenanti all'immersione in botti di acquavite fresca, fino ai massaggi e gommage con olio di semi d'uva, estratti di piante, miele e tutto ciò che di naturale possa giovare. Ogni mese è buono per godere delle “coccole” del vino e qui al Casolare diVino tutto ruota intorno al nettare degli dei, dal vino fino ad arrivare alla vinoterapia. Nel mondo dell’enogastronomia un sodalizio è stato siglato per lo scambio di cultura enogastronomica e in particolar modo per queste tecniche terapeutiche a base di vino tra il direttore del Casolare diVino di Alvignano, Raffaele Tralice e il direttore dell’Hotel Balneario de Arnedillo, Roberto Cuadrado Ruiz, una spa che si trova nel nord della Rioja in Spagna, più a nord di Madrid e poco più a sud di Bilbao che, come in altre parti d’Europa, ha risentito dell’apporto delle attività svolte dai monaci cristiani, in primis l’enologia locale.

 Entrambe le strutture sono di interesse turistico e si affidano ad una novità nel panorama del turismo enogastronomico che coniuga perfettamente il binomio vino e salute. Il vino,”elisir di lunga vita” mette in mostra le sue proprietà terapeutiche  che, per quanto concerne la struttura del Balneario de Arnedillo, si vanno ad affiancare alle cure termali che beneficiano di trattamenti completi dalla sauna, ai bagni termali, alle terme romane, alla piscina attiva che ha la particolarità di creare le onde per il nuoto controcorrente. Nella regione spagnola cinquantasettemila sono gli ettari di vigneti che producono 250 milioni di litri di vino all’anno, di cui l’85% è rosso, il più noto è senz’altro il tempranillo. È dal 1991 che il vino della regione ha ricevuto il prestigioso appellativo di “Denominazione d’origine qualificata”.

Nella Rioja, dove circa il 60%  dei lavoratori è impiegato nel settore del vino, vi sono oltre cinquecento cantine, di cui settanta possono essere visitate dai turisti. Nella comunità autonoma della Spagna del nord, la più piccola del Paese, una buona metà delle sue 174 municipalità ha popolazioni inferiori ai 200 abitanti, non per questo manca di attrazioni turistiche. Il viaggiatore oltre ad un buon bicchiere di vino e agli spettacolari paesaggi della Rioja può usufruire delle terme curative, praticare lo sci sulle piste innevate e il rafting sul fiume, nonché la mountain bike. La direttrice dell’Ente di Promozione Turistica de La Rioja, Monica Figuerola Martin, ha precisato che in occasione delle Feste della Vendemmia, note popolarmente come Feste di San Matteo, il capoluogo Logroño si veste a festa laddove il vino e l’uva sono i protagonisti, ma non sono da ignorare le pietanze che si possono gustare nelle tipiche botteghe tradizionali.

Per chi vuole conoscere la cultura del vino della zona potrà utilizzare il “Vinobus” che realizza diversi itinerari a tema attraverso vigneti e cantine. Il viaggio nel mondo del vino può cominciare presso il museo della cultura del vino Dinastia Vivanco, situato in Briones nella Rioja Alta, offrendo  un itinerario attraverso i secoli sul processo di produzione del vino. L’ultima sala del museo ospita la collezione più grande del mondo di cavatappi, ve ne sono esposti oltre 3.500. Nella cantina Ontanon i visitatori sono accolti da una magnifica collezione di opere d’arte di artisti moderni: vetri colorati, pitture e sculture ben si inseriscono tra le botti ricolme di vino. I vini sono una sfida per il produttore David Moreno e occorre cercare di migliorarli sempre. David, che ha lavorato anche in Italia, sente forte la cultura dell’accoglienza. Nella sua cantina si può diventare soci del club del vino acquistando una barrique, corrispondente a 252 bottiglie personalizzate, e lasciarla in custodia per un anno al fine di garantire la migliore temperatura e umidità. Visitando la cantina centenaria Tondonia di Haro si ha poi la sensazione che il tempo si sia fermato a 125 anni fa. Ma tradizione e modernità ben si coniugano nella sala degustazione realizzata dal famoso architetto Zaha Hadid. Nella Bodega Corral della località di Navarrete si può visitare proprio l’unica cantica posta sul Cammino di Santiago e per questa particolarità il vino prodotto prende il nome di “Don Jacobo”.    

Vera De Luca
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