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Apre nel Parmense il Museo della Pasta

Apre nel Parmense il Museo della Pasta

Autore: Gusto landia/giovedì 22 maggio 2014/Categorie: Territori , Emilia Romagna

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All’alimento simbolo dell’italianità è dedicata questa nuova “tappa” del circuito dei Musei del Cibo. Un percorso ricco, che parte dal chicco di grano per arrivare al suo ruolo nella cultura, nell’arte e nei consumi del nostro Paese
Il circuito dei Musei del Cibo nel Parmense cresce con un nuovo importante percorso espositivo dedicato all’alimento simbolo dell’italianità: lo scorso 10 maggio è infatti stato inaugurato il Museo della Pasta, allestito all’interno della stupenda corte agricola medievale di Giarola (Collecchio), a fianco del già esistente Museo del Pomodoro.

Il legame tra pasta e il territorio è una storia che ha origine nell’Ottocento, quando a Parma inizia l’attività di Barilla e con essa si consolida il ruolo di questa porzione della Pianura Padana nell’industria della produzione, trasformazione e conservazione alimentare. E con Barilla inizia la storia di questo museo, che accoglie anche parte degli oggetti e delle macchine che Pietro Barilla aveva voluto raccogliere proprio con l’obiettivo di creare una collezione che raccontasse la pasta e l’evoluzione dell’industria ad essa legata.
Questo nuovo museo non solo intende ripercorrere la storia di questo alimento partendo dal chicco di grano e risalendo la filiera produttiva nei secoli, ma è anche uno sguardo sulla nostra cultura, sulla sociologia dei consumi e anche sull’arte che ha accolto la pasta come protagonista.

Il percorso espositivo è stato suddiviso in sei sezioni: si inizia con “Il grano” (con la presentazione delle sue caratteristiche e modalità di coltivazione, ma anche di modelli, attrezzi antichi e documenti che testimoniano l’evoluzione delle tecniche agricole), per proseguire con “Le macine" (sezione dedicata alla macinazione, alle varie tipologie di mulino, con modelli e iconografia storica di grande interesse, la ricostruzione di un mulino a macine e un moderno mulino a cilindri) e “Il pane e i prodotti da forno” (dalle origini alla produzione industriale).

La quarta e la quinta sezione sono rispettivamente dedicate a “La pasta fresca fatta in casa” (in cui la preparazione casalinga della pasta fresca viene raccontata attraverso piccoli attrezzi domestici, l’arte del matterello e la straordinaria varietà della ricchissima collezione di “speronelle”, o rotelle da pasta) e a “La pasta secca” (un vero pastificio industriale della metà dell’Ottocento - perfettamente restaurato grazie al contributo volontario dell’Associazione delle Medaglie d’Oro Barilla - consente al visitatore di comprendere le varie fasi di produzione della pasta secca, con macchinari originali, perfettamente restaurati. Un secondo nucleo di macchine antiche databili alla fine dell’Ottocento mostra le metodiche di produzione in un laboratorio artigianale emiliano del secolo scorso. Modelli e video, permettono poi al visitatore di conoscere le attuali, modernissime tecnologie impiegate nei pastifici industriali per garantire un prodotto di alta qualità costante nel tempo. Un ulteriore capitolo illustra, attraverso le “trafile”, il modo di formatura di cento differenti formati di pasta, vere “architetture per la bocca”).

L’ultima sezione è dedicata a “La cultura della pasta”, con approfondimenti sulla comunicazione (manifesti, locandine, affiches storiche realizzate da cartellonisti e grafici di fama) sulla gastronomia (storia dello scolapasta, abbinamenti ideali tra formati e condimenti delle varie regioni d’Italia), sulla pasta nell’arte e nella cultura (dai dipinti ai francobolli). Uno sguardo sulla corretta alimentazione (nutrizione, stili di vita, sostenibilità ambientale) chiude il ricco percorso espositivo.

All’interno del percorso museale trovano spazio testimonianze di inestimabile valore, oggetti unici che rendono l’esperienza di visita memorabile. Vi si trova qui esposto il più antico campione di pasta industriale datato 1837, così come curiose collezioni di oggetti legati alla pasta come le speronelle per la lavorazione della pasta artigianale o il più comune scolapasta, fino alla collezione di 100 tra i più significativi formati con le loro trafile.

 

fonte (ItalPlanet)
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