Un invito insolito ma concreto arriva dalla Banca centrale europea: ogni famiglia dovrebbe avere in casa una riserva minima di contanti per far fronte a emergenze improvvise, in grado di coprire i bisogni essenziali come alimenti e beni di prima necessità.
Il consiglio della Bce: liquidità immediata per i beni primari
La Banca centrale europea (Bce) ha diffuso un monito che riguarda tutti i cittadini dell’eurozona: in caso di crisi è fondamentale avere in casa una piccola scorta di banconote, sufficiente a sopravvivere almeno per 72 ore.
Secondo lo studio “Keep Calm and Carry Cash”, firmato dagli economisti Francesca Faella e Alejandro Zamora-Pérez, il quantitativo raccomandato va dai 70 ai 100 euro per ogni membro della famiglia, una cifra minima ma indispensabile per acquistare cibo, acqua e beni di prima necessità in situazioni in cui i pagamenti elettronici risultino inaccessibili.
La Bce sottolinea come il contante non sia solo un mezzo di pagamento, ma anche un fattore psicologico di stabilità: tenere denaro fisico in tasca o nel portafoglio significa avere un valore immediatamente spendibile, che garantisce sicurezza e fiducia nei momenti di incertezza.
Perché cresce la domanda di contante nelle emergenze
Ogni crisi recente ha dimostrato che, quando la stabilità vacilla, la prima reazione dei cittadini è quella di accumulare banconote. Durante la pandemia di Covid-19, le famiglie hanno aumentato le proprie riserve domestiche portando l’emissione netta di euro a +140 miliardi nel 2020.
Un fenomeno analogo si è verificato nel febbraio 2022, con l’invasione russa dell’Ucraina: nei Paesi confinanti l’emissione giornaliera di contante ha toccato un picco di 80 milioni di euro in un solo giorno, con un incremento medio del 36% nel primo mese di conflitto.
Il denaro contante, osserva la Bce, assume così il ruolo di “bene rifugio”, utilizzato non solo per i pagamenti quotidiani, ma soprattutto per acquistare beni alimentari, carburante, farmaci e generi indispensabili alla sopravvivenza.

Gli esempi e le risposte in Europa
Lo studio ricorda come la disponibilità di banconote abbia rappresentato un salvagente in diverse situazioni critiche:
la crisi del debito greco, con corse agli sportelli e famiglie che cercavano liquidità per affrontare i giorni più difficili;
il blackout elettrico in Spagna nell’aprile 2025, che ha reso impossibili i pagamenti digitali riportando le banconote al centro della quotidianità;
la pandemia globale, che ha trasformato i contanti in uno strumento di garanzia economica immediata.
Alcuni Paesi hanno già adottato misure specifiche: la Finlandia studia bancomat “a prova di interruzione”, l’Austria ha annunciato un servizio pubblico di distribuzione del contante, mentre l’Olanda ha inserito nelle regole di protezione civile l’obbligo di tenere banconote in casa.
Ma la Bce mette in guardia da un rischio concreto: la riduzione progressiva di bancomat e sportelli bancari in tutta l’eurozona può rendere più difficile l’accesso alla liquidità, proprio mentre le emergenze dimostrano che i contanti restano vitali per acquistare beni primari quando tutto il resto si ferma.