Dimagrire senza rinunce? Ecco cosa rivela l’ultima ricerca sul caffè

Dimagrire senza rinunce? Ecco cosa rivela l’ultima ricerca sul caffè - gustolandia.it

Lorenzo Fogli

Settembre 29, 2025

Un team di ricercatori americani ha analizzato l’impatto del caffè sul senso di fame e sul sistema cardiovascolare, evidenziando benefici inattesi e rischi da non trascurare.

Il caffè non è soltanto una delle bevande più consumate al mondo ma, secondo una recente ricerca condotta dall’Università del Kansas, potrebbe avere un ruolo decisivo nella gestione del peso corporeo e nella protezione del cuore. Lo studio, guidato da Matthew Shubert, ha esaminato come il gusto amaro del caffè influisca sul senso di sazietà e quali siano i suoi effetti sul metabolismo e sul sistema cardiovascolare. I risultati aprono nuove prospettive sul rapporto tra alimentazione quotidiana e prevenzione delle malattie.

Il legame tra caffè e controllo dell’appetito

I dati raccolti dal team di Kansas mostrano che il retrogusto amaro del caffè non è soltanto una caratteristica organolettica, ma un vero e proprio stimolo per i recettori del gusto amaro. Questi recettori, localizzati non solo sulla lingua ma anche nell’intestino e nel pancreas, inviano segnali al cervello che contribuiscono a ridurre l’appetito. Non a caso, la ricerca evidenzia come il consumo regolare di caffè amaro favorisca un prolungato senso di sazietà. Gli studiosi hanno osservato la produzione di ormoni come il GLP-1 e la colecistochinina, sostanze che rallentano lo svuotamento gastrico e aiutano a mantenere più a lungo la sensazione di pienezza. Questo meccanismo diventa particolarmente rilevante per chi segue diete ipocaloriche o per chi tende a ricorrere a snack e dolci durante la giornata. Il caffè amaro, quindi, può essere considerato un supporto naturale per limitare il consumo eccessivo di calorie e stabilizzare l’alimentazione.

L’indagine ha confermato anche un aspetto pratico: chi beve caffè senza zucchero tende ad avere meno episodi di fame nervosa, con ricadute positive sulla disciplina alimentare. Al contrario, l’aggiunta di zucchero o dolcificanti artificiali rischia di annullare questi effetti e stimolare il desiderio di cibi dolci, aumentando l’apporto calorico complessivo. Le implicazioni non riguardano soltanto il controllo del peso ma anche il rapporto tra alimentazione, comportamento alimentare e gestione della salute metabolica. Il caffè, se consumato correttamente, può diventare un alleato concreto nella lotta contro obesità e disturbi legati alla cattiva alimentazione.

Benefici cardiovascolari e limiti del consumo

Lo studio del Kansas ha analizzato anche l’impatto del caffè sulla salute cardiovascolare. Grazie alla presenza di polifenoli, composti antiossidanti capaci di contrastare i processi infiammatori, la bevanda si conferma utile nella protezione del cuore. Le ricerche epidemiologiche citate indicano che un consumo moderato, pari a circa 400 mg di caffeina al giorno (l’equivalente di cinque tazzine), è associato a una minore incidenza di malattie cardiache. Il caffè, se assunto senza zuccheri aggiunti, contribuisce a ridurre lo stress ossidativo, rafforzando il sistema circolatorio. Questo effetto si unisce alla capacità di migliorare il metabolismo dei grassi e di sostenere l’efficienza del sistema nervoso centrale.

Gli esperti, però, invitano alla prudenza. Un’assunzione eccessiva può causare insonnia, agitazione e disturbi gastrointestinali. Inoltre, la caffeina può interagire con alcuni farmaci, rendendo necessaria la valutazione medica in caso di terapie in corso. Per mantenere i benefici, è consigliabile limitarsi a due o tre tazzine al giorno, preferibilmente senza zuccheridolcificanti artificiali.

Per chi trova l’amaro troppo intenso, l’aggiunta di latte o bevande vegetali non zuccherate rappresenta un compromesso che permette di non alterare le proprietà positive del caffè. Una moderata integrazione di questa bevanda nella dieta quotidiana, accompagnata da uno stile di vita equilibrato e da attività fisica regolare, può tradursi in un valido sostegno al benessere generale. La ricerca dell’Università del Kansas offre così un quadro più ampio sul valore del caffè nella routine alimentare. Non solo energia e concentrazione, ma un impatto diretto sul metabolismo e sulla protezione cardiovascolare, aspetti che interessano milioni di consumatori in tutto il mondo.

Foto di Lorenzo Fogli