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2014:Anno Internazionale dell’Agricoltura Familiare

2014:Anno Internazionale dell’Agricoltura Familiare

Autore: Gusto landia/venerdì 10 gennaio 2014/Categorie: Info e News

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Le Nazioni Unite hanno nominato il 2014 Anno Internazionale dell’Agricoltura Famigliare (International Year of Family Farming in inglese, acronimo IYFF) per porre in risalto l’enorme potenziale degli agricoltori a livello familiare nella lotta alla fame e per la preservazione delle risorse naturali.

Sia nel mondo sviluppato che nei paesi in via di sviluppo, oltre 500 milioni di aziende agricole a conduzione familiare (definite come aziende che si basano principalmente sui membri familiari per lavoro e gestione) producono cibo per sfamare miliardi di esseri umani. In molti paesi in via di sviluppo, quelle a conduzione familiare rappresentano in media l’80 per cento del totale delle aziende agricole.  Il direttore generale della FAO, José Graziano da Silva, ha messo l’accento sull’enorme potenziale produttivo rappresentato delle aziende agricole familiari: “Abiamo voluto riconoscere il ruolo centrale dell’ agricoltura familiare nel far fronte alla doppia emergenza che il mondo si trova oggi ad affrontare: migliorare la sicurezza alimentare e preservare le risorse naturali, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, il dibattito sull’agenda post-2015 e la Sfida Fame Zero”.

Agricoltori familiari, la gran parte tra le popolazioni più vulnerabili. Parlando a nome della FAO (che guida i lavori dell’ONU per l’Anno Internazionale), il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD), e il Programma Alimentare Mondiale (WFP), da Silva ha aggiunto: “L’ agricoltura familiare é ciò che più si avvicina al paradigma della produzione alimentare sostenibile. Gli agricoltori familiari si occupano generalmente di attività agricole non specializzate e diversificate che conferiscono loro un ruolo centrale per la sostenibilità ambientale e la conservazione della biodiversità“. Da Silva ha poi sottolineato come la gran parte degli agricoltori familiari, i pescatori, i pastori, le popolazioni indigene e le comunità tradizionali siano tra le popolazioni più vulnerabili a livello mondiale, una situazione questa che l’Anno Internazionale cercherà di affrontare.  “Dobbiamo rimettere l’agricoltura familiare al centro dei programmi di sviluppo nazionali e regionali” ha affermato, “I governi hanno un ruolo chiave nel favorire l’agricoltura familiare perché questa raggiunga il suo pieno potenziale”.”Questo significa offrire assistenza tecnica e politiche in supporto della produttività delle aziende agricole a conduzione familiare; mettere alla loro portata di mano tecnologie appropriate; migliorare il loro accesso alla terra, alle risorse idriche, al credito e ai mercati; creare un ambiente favorevole per ulteriori investimenti”.

Oltre il 70 per cento delle persone vittime dell’ insicurezza alimentare vive in zone rurali dell’Africa, dell’Asia, dell’America Latina e del Vicino Oriente. Questi sono allo stesso tempo agricoltori a livello familiare, soprattutto piccoli produttori, con accesso limitato a risorse naturali, politiche e tecnologie. Tutti i dati dimostrano che gli agricoltori familiari poveri possono rapidamente raggiungere il loro potenziale produttivo se sostenuti da un contesto politico appropriato. Gli agricoltori familiari sono ben integrati nella rete territoriale e culturale locale e spendono i propri guadagni soprattutto nei mercati locali e regionali, generando molti posti di lavoro direttamente o indirettamente legati all’agricoltura.  L’Anno Internazionale mira a sottolineare l’importanza dell’agricoltura familiare e di piccola scala ponendo l’attenzione sull’importante ruolo che esse giocano nell’alleviare la fame e la povertà, nel rafforzare la sicurezza alimentare e la nutrizione, nel migliorare i mezzi di sussistenza, nella gestione delle risorse naturali, nella protezione dell’ambiente e nel raggiungere uno sviluppo sostenibile, in particolare nelle zone rurali.

(Argav-Fonte: FAO)
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