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 Il Grappello Ruberti nella storia della viticoltura mantovana

Il Grappello Ruberti nella storia della viticoltura mantovana

Autore: Gusto landia/giovedì 19 giugno 2014/Categorie: Territori , Lombardia

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Il Grappello Ruberti è una qualità d'uva rossa con cui si produce, principalmente nell'area dell’Oltre Po mantovano, il Lambrusco Mantovano, riconosciuto DOC dal 1987

Fondamentali i fattori umani legati al territorio che hanno contribuito in modo determinante all’ottenimento del vino “Lambrusco mantovano”.
La coltivazione della vite nell’Oltre Po mantovano ha origini antiche, il poeta Virgilio, nativo di Mantova descrive l’esistenza della Vitis labrusca duemila anni fa, nella sua quinta Bucolica. La coltivazione della vite assume consistenza alla fine del secolo XI con i monaci benedettini nei territori dell’abbazia di Polirone a San Benedetto Po, definita per la sua importanza la Cassino del nord. I monaci stabilivano agli affittuali un imponibile vinicolo. Questo grazie alla politica della contessa Matilde di Canossa che con donazioni favorì l’insediamento di comunità religiose nelle terre di sua pertinenza. Ad esse affidava il controllo del territorio favorendo con opere di bonifica e di disboscamento la produttività del terreno e la coltivazione della vite. Quindi una coltivazione che nasce da “terre nuove”, strappate alle esondazioni del fiume e messe al sicuro con le arginature.
Queste terre caratterizzano le qualità organolettiche della produzione vitivinicola. L’ arte millenaria del vino è  testimoniata da un bassorilievo dei mesi, attribuito alla scuola di Wiligelmo, Ottobre che travasa il mosto, ( faceva parte della decorazione della basilica romanica ). Questo bassorilievo del Mese-agricoltore, con le vesti sollevate e chino nell’atto di versare il mosto evidenzia come l’arte della vinificazione fosse importante, non solo come attività dominante in un periodo dell’anno, ma anche per i suoi significati religiosi e le sue implicazioni liturgiche tanto da essere inclusa nella celebrazione monumentale del processo di insediamento dell’area.
In tempi più recenti la coltivazione del Lambrusco è testimoniata da convegni in particolare il Convegno viticolo della Val Padana, San Benedetto Po, 16 gennaio 1949, che descrive come la vite fosse coltivata maritata all’olmo nelle classiche piantate mantovane.

  Vitigno autoctono riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali con decreto 27 settembre 2013, Modifiche al Registro nazionale delle varietà di vite, in GU Serie Generale n. 241 del 14.10.2013.differenziandolo pertanto dal lambrusco viadanese al quale precedentemente era assimilato.
Ha un grappolo di forma media, cilindrica, allungata con acini di media grandezza e sferici di colore blu-nero. se ne ricava un vino rosso rubino abbastanza intenso, acidulo, abbastanza alcolico, tannico e leggermente frizzante.

“Il Grappello è forse l’unico Lambrusco originario della viticoltura mantovana, relitto di una tradizione enologica che le vicende della storia hanno profondamente rimaneggiato e privata della gran parte dei vitigni che erano presenti in passato.”
(Attilio Scienza, 2014)



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