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Il Melone Mantovano IGP

Il Melone Mantovano IGP

Autore: Gusto landia/martedì 14 maggio 2013/Categorie: Territori , Lombardia, Valorizzazione dei patrimoni eno-gastronomici

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La reputazione del melone nel Mantovano è antica, come risulta dalle documentazioni storiche che risalgono alla fine del Quattrocento, oltre che dai diversi scritti e da testimonianze facenti parte dell’archivio dei Gonzaga di Mantova, in cui si riportano notizie dettagliate degli “appezzamenti destinati ai meloni provenienti da queste terre”. Altra testimonianza documentata, avvolta tra storia e leggenda, è la presunta morte di Alfonso I d’Este, duca di Ferrara, Modena e Reggio Emilia dal 1505 al 1534, a causa di una indigestione di meloni. L’importanza della coltivazione di tale frutto nella zona geografica di produzione, come definita all'articolo 3, è testimoniata anche da reperti architettonici e iconografici risalenti al 1579, che testimoniano la presenza di un oratorio dedicato a “Santa Maria del melone”, nella centralissima via Cavour di Mantova. Per il decoro della volta della Sala Consigliare del Consorzio dei Partecipanti di San Giovanni in Persiceto il pittore Angelo Lamma raffigura i meloni tra i prodotti tipici locali di allora (1833). Tali testimonianze attestano anche l’abilità degli agricoltori della zona nella scelta delle varietà e nell' adozione delle tecniche colturali più idonee alla produzione di frutti di buona qualità, capacità che si è mantenuta ininterrottamente sino a oggi.
A conferma si possono citare le numerose manifestazioni e gli eventi di carattere promozionale (sagre, fiere, feste tradizionali) che annualmente si svolgono in numerose località dell’area di produzione del “Melone Mantovano”, anche allo scopo di far conoscere ai consumatori, non solo locali, le qualità organolettiche e le possibili utilizzazioni gastronomiche del “Melone Mantovano”. Tra quelle più note ed ormai affermate che annualmente fanno registrare la partecipazione di migliaia di visitatori ed appassionati estimatori dei diversi piatti a base di melone (antipasti, risotti, salse e dessert) si possono citare “Melonaria”, oltre alle Fiere e Sagre del “Melone tipico Mantovano” che da tempo si svolgono nei comuni di Sermide, Viadana, Gazoldo degli Ippoliti, Rodigo, Castellucchio, Goito, Casteldidone e nella città di Mantova.

Nel Viadanese, il melone è senz’altro protagonista al punto da dare il nome a una varietà assai apprezzata, di colore giallo, con striature verdi e forma tondo-ovale. Qui compaiono le documentazioni storiche più antiche, risalenti alla fine del Quattrocento, l’epoca della scoperta delle Americhe. Nell’Archivio Gonzaga sono conservati scritti che – riportando notizie particolareggiate sul melone, con descrizioni dettagliate dell’apprezzamento da parte dei Signori destinatari – dimostrano l’importanza della coltivazione di tale frutto in questa zona. Ad esempio, in una lettera datata 20 agosto 1529 (Arch. Gonzaga, b. 2513) si legge che: "...la quantità de li meloni che vene ogni matina in su la piaza è una cossa granda, et molti belli et boni….Il 3 agosto 1548 (Arch. Gonzaga b. 2544), il Podestà Felice Fiera spedisce quattro bellissimi meloni al Duca Francesco Gonzaga e li fa accompagnare da alcune raccomandazioni scritte al “signor Castelano et Secretario di Sua Eccellentia". Scrive dunque il Podestà: "Molto magnifico signor mio observandissimo. Mando quatro meloni ch'io credo sian boni, ma sono bellissimi. La supplico farne aver dono a madama illustrissima et al cardinale et a sua eccelentia perché non ancora parse qua de più belli, et a vostra signoria baso le mani et mi raccomando. Da Viadana alli 3 di Agosto 1548. Di vostra signoria Parente et servitore Felice Fiera".

Patria originaria  del melone è l'Asia centrale ed occidentale, India e Cina furono i primi paesi in cui diffuse per passare, poi, ad essere coltivato - e consumato - anche nel bacino del Mediterraneo. Dobbiamo attendere fino all'Era cristiana per avere testimonianze certe - i dipinti di Ercolano - della coltivazione del melone in Italia. In letteratura, come spesso accade per i prodotti dell'agricoltura, è Plinio il Vecchio, a menzionare per primo i popones, raccontando che il quale "il melone piaceva moltissimo all'imperatore Tiberio". Columella, invece, li chiama melones. I due termini sono rimasti nella tradizione del Bel Paese ed identificano il melone il primo nell'Italia meridionale, il secondo in quella settentrionale.

 

Mostarda di Melone Mantovano

INGREDIENTI: 1 kg di polpa di melone maturo e sodo - 250 gr di zucchero - la scorza di 1 limone - 1 litro di acqua - Per lo sciroppo di mostarda: 600 ml di vino bianco - 1 bicchiere di vino bianco dolce - 280 gr di miele millefiori o di tiglio - 50 gr di arancia candita - 40 gr di senape bianca in polvere

PREPARAZIONE: Tagliare in cubetti di 1 cm di lato la polpa del melone. Portare ad ebollizione in una casseruola l'acqua con lo zucchero e la scorza del limone, lasciando in tale condizione per 10 minuti, poi versare nella pentola il melone e cuocere per 3 - 4 minuti. Scolare i cubetti e asciugarli adagiandoli su di un panno, poi metterli su di un setaccio e lasciarli asciugare all'aria aperta per una notte. Per preparare lo sciroppo, versare il vino bianco ed il miele in una casseruola, unire l'arancia candita tagliata a pezzettini; far sobbollire fino a quando lo sciroppo non si sarà ridotto della metà. Scaldare il bicchiere di vino dolce e sciogliervi dentro la senape, lasciando in infusione per 15 minuti; unire il tutto allo sciroppo. Disporre i cubetti di melone in un vaso a chiusura ermetica, versare lo sciroppo, chiudere e lasciar riposare per qualche giorno in un luogo asciutto e buio
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