Nei giorni scorsi ho partecipato ad EmerGente, manifestazione in cui venivano presentati “Gli chef di domani, gli ingredienti di sempre”.
Una bella iniziativa, organizzata in un bel posto, il Centro di Ricerca e Formazione e Servizi del Vino di Riccagioia (Torrazza Coste – Pavia), da bravi professionisti, i fratelli Luigi e Teresa Cremona con il team W-Italy coordinato da Lorenza Vitali, con il buon sostegno di un’istituzione, la Camera di Commercio di Pavia, a cui è convenuta tanta bella gente. Soprattutto tanti giovani!
Tornata a casa, leggendo bene la cartella stampa e le presentazioni dei giovani chef emergenti che venivano presentati nel corso dell’evento ho notato che nelle loro biografie ricorre una nota: l’aver cominciato a muovere i primi passi in cucina accanto alle proprie nonne. Nonne che, purtroppo, non erano lì ad assistere alla consacrazione del successo dei loro nipoti…
Anzi, riflettendo, all’evento di anziani non c’erano proprio!
Solo un simpaticissimo produttore di formaggi, il titolare del laboratorio di “stagionatura artigianale grana” Coldesina di Sannazzaro de’ Burgundi. Ho fatto la sua conoscenza all’arrivo, quando mi aggiravo nell’allegra confusione di corridoi e stanze del Centro, allestite con stand e punti di degustazione, mentre nella sala si svolgeva la premiazione con show-cooking, e a tutti quelli che incontravo provocatoriamente chiedevo “qualcuno sa dirmi dove sono? e a chi posso rivolgermi per sapere cosa succede?”. Lui, con un guizzo nello sguardo, mi ha detto “sì, io!” e, paternamente, mi ha presa sotto braccio e guidata a destinazione: mi ha presentata al referente dell’ufficio stampa. Solo lui, e non altri… tanti cui mi ero rivolta, è riuscito a indirizzarmi alla persona giusta, e si capisce il perché! Con la sua età, lui ha capito al volo ed è intervenuto in mio soccorso: le “vecchie volpi del mestiere” sanno dare buoni consigli, soprattutto per non far perdere tempo a chi lavora, e li danno sempre volentieri a chi è disposto ad ascoltarli.
Ecco il nocciolo della questione, il problema del presente, e dramma epocale: la “vecchia guardia” vuole trasmettere alle future generazioni tutto il proprio patrimonio di conoscenze e saperi, ma non sa come farlo senza retorica e senza sprechi di tempo.
C’è la scuola. Anzi, ci sono tante scuole. Anche ottime scuole di cucina, che all’estero sono istituzioni di alto livello e in Italia altamente qualificate. Purtroppo proprio in Italia, patria della buona cucina, invece considerate scuole “minori”, e poco qualificanti. Ma stanno guadagnando sempre più valore, e prestigio.
Proprio la data di oggi, 27 novembre 2012, dovrebbe essere annoverata come memorabile: alla Scuola di Economia, Management e Statistica di Rimini è stato presentato il Master in Business Tourism e Destination Management della Alma Mater Graduate School nata in seno alla prima accademia italiana, l’Università di Bologna. Una buona notizia, perché nello spirito di questo nuovo corso di studi, in cui antiche tradizioni si innestano nel modello americano, c’è la consapevolezza che il futuro si costruisce formando quadri dirigenti consapevoli del valore del patrimonio di esperienze e saperi che sono loro affidati, le eredità dei loro predecessori, e che tra le migliori qualità ed espressioni dell’Italia c’è proprio la cucina, a Bologna e in Romagna sempre portate “su piatto d’argento”.
Alma Mater Graduate School - http://www.almaweb.unibo.it/
Coldesina – via Vigevano, Sannazzaro de’ Burgundi, PV – tel 0382 901190
EmerGente - www.porzionicremona.it
autore Maddalena Brunasti